giovedì 30 luglio 2009

Compagni di strada

Rideremo ancora dei tir dell'Heineken, durante i filoni invernali, fuori dai garage al tempo benedetti dai writers, piazzeremo ancora cadute dagli SH ridendo sotto la pioggia fratturata. Le discese post tangenziali, le strisce pedonali in curva, la musica nascosta fra pareti di polistirolo, come i tuoi occhi, come i veleni dei villini fuori città. Avremo ancora riccioli fra le mani e ricci di mare, torneremo a cogliere i funghi per strafarci in tenda su montagne sperse. Le Principesse saranno lontane dai nostri troni sporchi di crema, le soluzioni al mirtillo per rivivere, le bruciature di sigarette fuori le finestre del bosco.
Poi rincorsi però una cometa alcolica e ti persi amico mio, ma sai era una brillante calamita per il fegato, giunsi in Siberia sognando, colsi la Cina fra le mani nel dormiveglia e scrissi un film su un barattolo nomade.
Ridotto a un osso di cinghiale mi ritrovai su una salita, baciai una liceale al gusto di erba sintetica, mi innamorai di dodici madri e raggiunsi orgasmi con sguardi, ora la bara mi aspetta, come una moglie il primo giorno a casa senza il giardiniere. Io sarò marito, cornuto e svampito, stanco e morto, ma dal sogno per sempre rapito.

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