venerdì 17 luglio 2009

I polsi nei mosaici

Racconteresti ancora favole alla radio? Ricordi? Era un mix di compilation autobiografiche fra letti e sanguinamenti di antenne ed io ero lì, brillo ad ascoltare al buio subendo inerme le tue infiltrazioni al cuore con sogni acidi, vanigliasti il cielo dei tuoi scontri, rubasti la rugiada e ne facesti penne usate.
I dondoli antichi fra le curve del tuo corpo spartivano oceani fantasmagorici, megalomani e supersonici. Parlavi di cigni lunatici, di Anna e le sue vene, cucivi le storie di tutti in un sabato sera simile a un mosaico.
Le estati bugiarde, le illusioni perenni di tempi inesistenti, l'inverno e i suoi sassi, le stagioni fatte di pane e miseria, ricordi il Terminio innevato e il calore mutilato fra i giubbotti verdi fango.

FAMMI RESPIRARE FRA GHIACCIAI
FAMMI RESPIRARE FRA GLI INGRANAGGI
LASCIAMI SECCARE QUANDO TE NE ANDRAI

Pescheremo ancora orologi e polsi divorziati fra loro; ruberemo le lune sterili degli appaltatori rivendendole nei kebab assassini, gli spacciatori con i passeggini a zonzo fra le castagne nelle urne vendutesi per pochi bottoni.

ARRESTIAMO QUESTO PROCESSO
BRUCIAMO TUTTO CIO' CHE C'E'
SOLO COSI SAREMO PURI

ti violenterò ogni volta che vuoi, ti brucerò il volto quando dormirai e le stelle saranno color pece e prive di zampe. Le cavallette ti inonderanno e della nostra religione io sarò l'ebreo, del tuo dominio io sarò lo schiavo. Ma il messia arriverà e sarà lui a placarti con le piaghe che meriti.

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