venerdì 3 luglio 2009

La classe violenta

Salve Desideria, immigrata, troia, tre anni di carcere per la roba.

Fiamme con le manette spente dentro, le ciglia dei cortei mescolate nel brandy, la cosca affamata dopo aver mangiato budella e sangue in cenere.

Salve Desideria, buffa bimba messicana, smorfiosa e finta, non respiri. Il tuo tempo è muto e pari bambola di pezza, con un valore.

I maggiordomi liquidati con disprezzo. Eri una vergine cuccia, violentata da Carlos, uomo con tre figli e una moglie insipida.

Non conte né marchese nelle forme, non ha problemi a strappare via le ossa di porcellana e i succhi di seta.

Salve Desideria, la violenza da te invocata, la reazione inaspettata  servita con smoking al mondo aperto da cerniere orchestrali, aperte nell'acuto a te dato.

La classe di ferro, la classe di cemento, la classe di terra, la classe di sangue, la classe di cani, la classe di delinquenti, la classe del grembiule.

Stanca di professori, visi programmati e gerarchie a batteria bassa.

Addio Desideria.

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