domenica 30 maggio 2010

Elmi magnetici

La fisionomia dei caduti e dei peripatetici giovinetti dotati di elmi e corazze si somigliano,possono però entrare in un locale del porto e chiedere stupide chewing gum per l'alito del mare,possono fornire baci e altri baci per una notte oppure altro,fra i vicoli di borgata possono nascere amori fra palpebre ilari o semplicemente lettori ai quali scrivere.Gli ambagi pianti che si espandono al mattino di addii mistici,sensuali,carnali e da maiali rivestono la paura dei buffi crani sottoposti a elmi magnetici che li guidano alla morte.Meglio morire per Allah che per la Democrazia.Quelli che riescono a scappare dalla certa morte vengono considerati schivi d'ogni gloriosa impresa chi decide di morire sarà per i posteri Lare(anima deificata di un antenato) e se per caso e fortuitamente torna a casa leggermente storpio avrà un aratro a  rotelle che lo condurrà nei bordelli che in onor di patria dedicheranno sconti sulle tariffe per i reduci.Dove sono le fiamme di valore della guerra,quelle date al codardo hanno così poco senso,sono così fasciste.L'odio indomito inculcato che scuri e pochi solcano ogni giorno e arano ogni povera mente incerta è la miseria unica che dona sopravvivenza a chi vive e morte a chi sopravvive.I mesti abbracci ai parenti contenti,le foglie schiantate e i lieti addii donati alla melma nella quale si sguazzava non sono altro che poveri versi di Sacre memorie o appunti di psicanalisti ricchi come la guerra

venerdì 28 maggio 2010

Impudico Involucro

Vivo al limite del baratro e tutti i consigli che dispenso sono solo parole in forse nate dal fondo di un bicchiere.
Vivo di scosse sentimentali smuovo il silenzio con lattine e pentole di cartapesta.Vivo lucido e pronto allo scontro sempre,uccido amici nel sonno e tifo per il mio gancio destro.Ribollo nei semafori in ristrutturazione,rubo i paletti a Minerva e dedico foto al classico.Sfoggio confronti fra Ulisse,Dante e Godard imponendo il disprezzo come valico ultimo post amore.Ammazzo il tempo conscio che lui ammazzerà me,reco le mie spoglie sulle spiagge sperando che il mare salga a raccoglierle,un pescatore le farà sue e griderà al miracolo.Grido solo quando sono calmo in quanto è l'unico modo per cogliere la vertigine e renderla s.p.a.
Non ci sarà un'altra volta con le amanti e ce ne saranno troppe con le mogli ma di tutto questo lei mi dice che "La neve se ne frega che "Le lettere d'amore nel frigo" verranno dominate dalla frutta e che la poesia piangerà la sua morte.Lei guarda il mondo dal balcone io volgo le spalle ad esso e frugo fra le miserie del mio impudico involucro,sono venale con me stesso,non recherò più turbine alcuno al mio baricentro,resterò così fermo che il vento si sentirà inutile,ascolterò l'universo e lo racchiuderò in un unico mistico verso perchè solo chi è solo può dire del mondo grazie alla regola dell'estro e del rovescio.

giovedì 27 maggio 2010

Letto Greco e Bastardo

i pavimenti assonnati mi rimboccano le coperte,sfreccia una Ferrari lungo la strada una scritta sotto di essa compare e dice:Ferrari quando un uomo è un marchio.Io sbatto le tempie e proseguo lungo il sogno desiderato,auspicato.Niente da fare.Accendo la tv e vedo consigli per gli acquisti,per il tuo bagno scegli scopini Dior oppure passa all'Ikea dove se sei censurato ti ripuliamo il tutto a un modico prezzo o ancora vieni alla prigione della contea dove ti aspettano le veline.Inizia un documentario della Guzzanti su RaiOt.Capisco che sto sognando.Mi sveglio e di punto vado in bagno,piscio a ritmo lento ma costante sono contento che il pene non faccia storie e che le infezioni siano passate senza essere andato da un esperto.Non mi sentirei di certo a mio agio.Lo sgrollo fino all'ultima goccia le giornate così cominciano e così finiscono.Bevo tanto perchè domattina devo alzarmi presto,tecnica indiana,la necessità di orinare li costringeva a svegliarsi in anticipo e così attaccavano in anticipo il campo nemico,io domani devo solo montare un canestro per studiare,studiare qualcosa che non mi va come a nessun'altro.Chiamo i vecchi amici qualcuno sarà sveglio,ecco mi risponde una zeppola,sono lì fra 5 minuti e fanculo al sonno.

martedì 25 maggio 2010

Scendi Amore

Sorge il sole a scatti come il commodore,la quiete dell'alba è risaputo che ha poca vita,ritrovo vecchi quaderni cancellati scritti in stampatello da ubriaco,sono piatti e i contenuti mal interpretati da me che son sempre lo stesso eppure son diverso.la città dorme ed è fluida di netturbini spreconi,di ubriachi rallentati e sirene blu che fischiano nella loro area di competenza.Amore scendi,scendi amore mio,sono due ore che ci urliamo odio e sfide impossibili,scendi che c'è una sfumatura di cielo mai vista,che l'estate sta per prendere forma dopo questo grigio vilipendio sotto falso nome,non chiamatelo Maggio,ce ne vuole di coraggio per credere che sia davvero il mese della Maria.Scendi amore che le rose sono piene di buchi di bruchi e le farfalle le divora il tuo gatto ritardato,scendi amore che anche se mi odi mi ami e i contrasti per quanto strani son vitali,scendi amore fuggiamo da questo Horror Vacui che ci circonda,Sinisgalli ci capirà,Pascal è solo un lattaio non dargli retta,se ieri guardavo lo specchio e pensavo al suicidio oggi mi faccio la barba che non me ne voglia Govoni.La mia camera sentimentale non ha crepuscolo bensì alba,la mia camera sentimentale è una stanza dove ogni ragno danza e tu sei la benvenuta nell'involucro di jeans abbandonati nei parchi,nel motorino giallo asfissiato,fra le macchie di sperma in questa aura dove la vita è eterna

domenica 16 maggio 2010

Si stava meglio quando si stava peggio dissero 100 anni dopo dei topolini

Eravamo a Roma per un incontro con altri topi,rinchiusi in un manicomio io,lei,lui e l'altra lei insieme ad altri io,lei,lui ed altre lei,decidemmo di essere noi e venne dato il via alla Prima Internazionale dei Topolini.La sala era addobbata a festa e pronta a discutere di qualunque discordia si fosse presentata nei documenti emanati on-line per tutte le fogne d'Italia.Lei mi dice di andare un pò fuori e di essere noi esclusivi per cinque minuti anzichè noi totali,questo suo monito era il seme della prossima discordia collettiva,lei mi conduce in un luogo verde scuro ricoperto di alberi grigi,una luce soave la illuminava istigando il crollo dei miei ideali,questo martirio volgare quale congiungersi nell'atto fatale,era stato rigorosamente vietato dai ragazzi della Lega AntiSesso ma sarà stato il suono delle campane,la lapide di mio padre,il cimitero olandese ma nessuno dei due era impacciato,le anime in simbiosi tramite le nostre code si solleticavano fino all'esplosione ormonale dissimulata fra la nebbia.All'interno della sala ovale un tumulto fu avvertito,era lo squittare di noi che si dilaniò oltre il bosco funebre e si dedicò all'espansione di sè fino a perforare il formaggio sacro ed a suscitare un dissenso dei compagni.Un dissenso che duro poco e una sindrome di squallore invase le giovani menti dei topolini che si dedicarono alla pratica sessuale sempre insieme perchè è certo che di noi si tratta anche quando si è in due,perchè tutto è possibile quando le code fan scintille.E così la Lega AntiSesso fu abbattuta e presto anche i ragazzi decisero di farlo,peccato che fra questi nessuno fece mai l'amore in quanto tutti schiavi di un'idea collettiva immotivata e susseguita da votanti che gridavano ancora:Cari Compagni,militiamo insieme e nessuno potrà fermarci dall'oblio funesto,al lavoro e alla morte.Studiamo il documento sessuale e diamoci da fare.

sabato 8 maggio 2010

MetrOceano

Sulla linea S della metro un uomo con la giacca si strappa le bretelle per la rabbia,ha scavato nei miei pensieri e ha colto la mia incapacità d'amare,la costante ricerca di stimoli,l'uopo di fughe irreali verso il metafisico,la banale voglia d'oltreoceano.Una donna anziana con i capelli rari e sparsi lungo lo scalpo si strappa la gonna ha colto la mia incapacità di perseguire un obiettivo,di fotografare l'istante e di renderlo indelebile,la cupa aggressione della tristezza che mielosa avvolge la criniera e il mio occhio,la resistenza soave della costante quale la felicità,il continuo sovrapporsi del cielo di cartapesta e degli scogli sorridenti contro la malvagità del mondo.Esco dalla metro e giungo a casa sua,lei mi aspetta già sulle scale,freme,vuole dirmi quanto mi ama ma non è più viva,vive una paralisi di gomma che la rimbalza fra i sudici vicoli aromatizzati di urina e cosparsi di siringhe.Vorrebbe fare l'amore con me,strapparmi gli stracci che porto a dosso e accendere una candela per ogni bugia che ha detto.Incredibilmente la stanza è illuminata,nessun lampione in rivolta,solo la sua calda bocca che si struscia sulle palpebre di me uomo e vecchia,di me in linea con la falsità,limitato a dire con convinzione ti amo altre due volte e mi sparo,altri due bicchieri e son salvo.Al prossimo ti amo giuro che mi ammalo.Ti amo.