venerdì 31 ottobre 2014

Boschi di braccia tese




Potevamo rotolare ancora un po’ giù dalla collina, con la fronte scoperta e boschi di pugni chiusi. Ma siamo rimasti lì, con le ruote di carta inumidite d'inchiostro, una pozzanghera di parole senza limiti sotto il cielo avorio che urlava di amarci con più Indie da scoprire e meno uragani da preparare.

Potevamo scalare ancora un po’ fino alla punta della collina, con picchetti zuccherati e scritte sul muro. Ma siamo rimasti lì, incapaci di valicare il muro della malinconia, dei dolori passati senza aspettarci nulla di buono lungo la strada. Avremmo potuto dirci favolosi, giovani, teneri ma, miserevoli siamo invecchiati privi di un pino dove sotterrarci sei piedi sotto.

Raggruppati nella folla composta da noi due, abbiamo scavato nella miseria dei fallimenti dei nostri padri, nei silenzi di madri che meditano il suicidio, e abbiamo fatto casa nella grotta della disperazione. Dopo un po’ avevamo fame, ma non avevamo la forza per cacciare cibo né per uscire e respirare con i nostri vecchi polmoni. Allora, non sapendo cosa fare, mangiai il tuo braccio e tu il mio, dicesti di non mangiare l’altro braccio perché volevi che ti abbracciassi in qualche modo. Allora, preda della nuova religione, il cannibalismo, mangiasti le mie gambe e io le tue. Mi dicesti, non mangiare l’altro braccio ti prego, e allora mangiai il tuo cuore, con gli occhi a fare da contorno. Mangiai tutto di te, anche il braccio esile, tutto tranne il collo, il pezzo per cui decisi di amarti, per il fascino del lungo collo bianco dove le vene erano autostrade da guidare fiduciosi di un approdo, le tue ossa che si apprestavano sotto la pelle erano solide strisce bianche da triturare, erano cani da investire per non morire.

Potevamo rotolare ancora un po’ giù dalla collina, con la mente scoperta e boschi di braccia tese. Ma non avevamo più teschio né braccia e allora decidemmo di morire intrecciando i nostri colli serpenti, strisciando fummo palla di carne per rotolare ancora un po' giù verso l’unico motivo per cui entrambi decidemmo di amare.