martedì 24 novembre 2009

Menestrelli sott'accusa

Osservo lento il suo arrivo,rischio di apparir assai recidivo,nella mischia cerco di non sfigurare ma dinanzi alle tue palpebre non saprò mai recitare,se quan detto sembra poco non capirete di cosa mi copro,rubini,gemme e diamanti,si brinda che il vento apra gli spumanti.
La stazione incenerita si batte per la libertà,chi parte e scorge dal vetro una patina chi resta con una lacrima,chi va via per dolore e di chi invece muore.
Chiedo venia alla platea per le rime involute,le mie labbra d'ora in poi saran mute,vivrò per mangiare,spodestare e denudare chi di qualche spiccio certo si potrà privare,nulla è il mondo senza il mio ego,nulla è il cuore se all'amor non credo,accendo mille bolle blu,sperando che il terrore non ci sia più.
Che il mio sfogo possa trovare questione,nel dilemma del miglio d'amore,reciterò ancora un pò,per qualche sorriso che ancora non so.
Che il cielo spodesti questo reame,che noi-morti per paura infame,un tempo carnivori di sorrisi apparecchiati dai quali oggi siam stati divorati

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