mercoledì 18 novembre 2009

Animali disumani

Vago immobile per la città,una panca m'accompagna in nitidi sguardi,le figure losche s'apprestan a passare dinanzi a me.

I sanpietrini sono ottimi contorni di luci per i miei passettini,primo pezzo di pane,proseguo lungo il viale,attivo la retromarcia,bevo acqua dalla borraccia.Altro pezzo di pane,altra traversata,questo pezzo di mondo è mio,solo mio,unicamente mio,lungi da codesta zona Dio curioso,la pensione è un arte,il tempo è infame.
Le pietre del pennello mi guidano,tronfio e borioso accondiscendo il basso ventre,accendo la sigaretta alla tredicenne,sbottono il pudore e le afferro una mano,dono amore e risulto villano,sbatacchio gracile dal vento,sarò l'ambulanza contro questo vento tremendo.
L'erba alta della lungomare,nobile casa dove la carcassa mia riposa,una peroni,l'acqua dei barboni,una chitarra e putridi regni nei miei sogni,resta sveglio ciò che non c'è.

Attendo alla fermata i prossimi passi per casa,sono indeciso spruzzo versi nell'etere,ingombro la città di poesie,litanie,carte e vili cicche.
In nulla son diverso da loro,son figlio di chi non ha decoro,m'impongo il contegno,bruciando ciò che ho dentro,vacillo da ubriaco ma così sobrio non son mai stato.

Nessun commento:

Posta un commento