sabato 21 novembre 2009

Il mio siero

Gli zigomi fra le miniere architettoniche l'accompagnano in sale da ballo piene di rocce ma mai d'acqua. I brufoli ossigenati cantano storie di palazzi su oceani senza biglietto, le pizze filate, le corsie denudate e gli zii ubriachi per casa, la speranza riflette negli occhi.

Infiltrato fra la natura, presenti tracce umane, il marsupio dell'universo si presenta, la vista e i sensi accompagnano la visita, le cannucce di bambù della casa estiva, i nostri soggiorni borghesi, la bici rubata, le mani occupate, i ginocchi sbucciati.

La signora Clara rispolvera le torte al limone, mi immergo nella costiera frastagliata,densa di curve, gareggio senza sosta, non respiro, l'ombra del motociclista si stacca dal muro, furtivo animo silente, fruga fra i gomitoli e sbriglia i dolori.

Il telefono spolverato narra storie di draghi, vampiri, venturiero di frontiera assumo una canoa ed un remo scavalco il confine volando sul maestrale, la bora ed altri villaggi turistici. Impantanato e curvo mi drizzo sui pedali, rigetto il passato, sommergo Atlantide e dono gravità di cristallo ai sogni.

Il marrone incastonato nell'oceano blu degli occhi suoi è il soffio che sostiene il petalo nomade dipinto durante una rapina, il parabrezza è stracolmo di poesie,l e refrigero sperando che mai le leggerà. 

Volo ma mi perdo, mi ritrovo,scintillano...ecco il mio siero.

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