lunedì 31 agosto 2009

Asa nisi masa

Il terzo braccio che ti accarezzava la vertebra, eravamo flusso di coscienza con dita militari, i nostri sorrisi multietnici si frantumavano nelle scogliere tumultuose, i ricci delle vasche erano dolci serpenti in cerca di Nefertite, tu fantasticavi fra le scritte dei miei muscolosi muri, io m'abbandonavo al mutismo, non litigavamo se non con gli schiaffi, non scopavamo se non con gli artigli, eravamo miserie doganali rifatte da Dio, gli atleti con il fiatone non ci raggiungevano e noi sventravamo le pantere sbavate. Pullulavamo di sudore, eravamo croste deficienti, la felicità di Fellini guidava le nostre anime su autostrade in panne,ritmi avariati e case urlanti, la luce quadrata della stanza, le sbarre in pelle, i suicidi newyorkesi le finestre addobbate a palchi, il cuscino era tritolo, non c'era più spazio per sogni al cloro, qui adesso urge aria, aria, nulla varia a noi basta aria.
La tradizione mai cenere sarà, ci saranno ancora funerali e matrimoni e quanti guai fra le tasche di Dublino, racconteremo di fili interdentali alla mescalina nel nome della rosa sanguineremo con i marinai, arriveremo a un porto ghiacciato, saremo russi e senza fiato, romperemo i finestrini delle auto bruciate dal nostro smog, indosseremo risate, grasse goffe e consumate, saremo carboni per i vostri motori, ammazzeremo le vostre mogli solo così della vita saremo amanti.

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