venerdì 4 dicembre 2009

Lontano e restio

Eravamo in tre a quel tavolo di legno,ieri su di esso si scriveva un proverbio oggi versi di graffitari in crisi esistenziali,meglio non pensare,avere vent'anni è diverso da ventuno,ogni giorno da anni è il mio compleanno,ogni giorno da anni palpeggio,per furori di quartieri ventricolari,il culo alle vecchie,Nonita dove sei l'ansia scorre sulle mie spalle precarie e gracili dinzanzi alla tua veggenza,sei infermiera di me insulso essere catapultato con umana mongolfiera su una molle terra che s'affaccia dal tuo oceano.
Vorrei affliggere i naziskin in ogni fase,ho una molotov su ogni cesso,la nota merda in south park conquista il pubblico,ma con lei,con lei non ho bisogno di feedback,il vorrei,il sale della mia aiuola,la linea esse di Quinceau,le rotte a quattro sponde di Jack The Snake,alcol,benzina,scusa se vado via,ho ingoiato il marcio metallico come un cartone di Hanna e Barbera,ho vomitato l'anima predata da avvoltoi senza fiamma,sono una iena di cassetto,faro il chirichetto da grande,scriveremo ancora di porno amatoriali e cosce bianche sinusoidali,cara scapola ti distraggo da questo posto e confesso che:
Non riesco a dormire se penso che lei può solo sognare.

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