lunedì 28 settembre 2009

Ritorno a casa (quella vera)

Scappi con un bacio dalla mia auto d'un tratto diventi concisa,via,sei sparita fra le scale d'ombra.
Guardo l'asfalto vedo vetri luccicanti,accelero per trovarne altri,accelero senza meta,le auto ai miei lati diventan alberi rapidi e sfuggenti,io graffio l'etere con gli abbaglianti e taglio in due la città.
E' notte fonda e la mente implora pietà per il corpo che getta via tutto il buon senso con un soffio vitale,mi spingo un pò più in là,catalizzo la mia marmitta con i tumori trafficati e lego lo spago alla luna,così,un pò per noia.
Lo sterzo è mio schiavo o il concetto è inverso,poco conta,mi destreggio fra i cartoni del mercato, buco le piazze con scie metalliche,punto la litoranea,il rettilineo nella sua semplicità rasenta la bellezza plotiniana,anche se il bene oggi non c'è,nulla coincide se non la morte che inneggia alla vita,si stacca dal mio corpo un settantino di bell'aspetto,cita versi di Rederdy e si innamora di me,vuole una sigaretta,vuole il fuoco,accelero per accontentarlo.
Tu dal satellite non vedrai altro che un muto in fiamme fra una scatola marcia al fianco di una preghiera fallita.

Nessun commento:

Posta un commento