giovedì 10 settembre 2009

La Compagnia della Morfina

Il nostro fortino era semplice melma con aste di ghiaccioli, distribuivamo le tessere del PC in cambio di qualunque sputo usato, pochi stracci ricoprivano le nostre miserie, ma nonostante ciò neppure il laser poteva scannerizzare le nostre menti, eravamo semplicemente disagiati, malati, ma con orgoglio.
Provinciali strafatti del tutto assuefatti, ridicoli e larghi ZAMPAVAMO le strade del centro storico come gangster o meglio come le pistole dei gangster, piccoli tumulti si sentivano fra le ortiche dei nostri cervelli, erano i gradini scalati per giungere al ventricolo del cuore nervoso, era l'anatomia sfalsata dei nostri sintagmi incarniti nel vento settembrino.
Non c'era nulla di fantasmagorico, solo quiete, niente di sommesso, solo quiete, nulla che potesse scalfire l'euforia malinconica, solo quiete, eravamo una piazza, un locale, un bar, un muto, dei calzini oppure pettini per cicatrici, ma prima di tutto eravamo la Compagnia della Morfina.

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