venerdì 27 aprile 2012

Pater Stimolog

Non ci crederai amico caro, erano lì, non mi sentivo più solo. Ero appeso come solo nella penna solitaria, nel battere e levare con accordi e note per sfamarmi. Sentii un usignolo, un dolce menestrello cantare, triste e sentimentale, gaudioso e geniale. Mi vendette le rime di poco conto per lei, la donna del mondo. Ora basta; siamo seri: ho da raccontare di amici veri. Con le rime basta, asciutta si bagna la pasta, ops la patta. Dai, basta: volevo dire una cosa vera: ho un amicizia seria. Ero contento quando ho iniziato a scrivere, adesso sono frustrato perché il verbo ho cambiato, per una rima di troppo per una parola mi scotto, il senso del parlare a nulla vuol servire. Ecco ce l'ho fatta, la rimamania mi ha abbandonato. Volevo dire del menestrello, amico di sempre da poche righe, sorella poesia e fratello di mille libri, padre della mia vita. Era in calzamaglia, mio padre, con una zucca al seguito. Fammi ridere!- a mio padre disse: Allieta il banchetto! Urlava contro mio padre stridulo il manager orientale. Ho vissuto un trauma, per mio padre, da quando si ferì alla mano divenne il buffone di corte, non viveva davvero, mio padre, ma nutriva in me la speranza. Tutto questo in realtà non lo sapevo, te lo racconto ma non potevo saperlo. Lui viaggiava sempre, io credevo fosse un ambasciatore. Quando lo vidi con la calzamaglia di 3 colori, giallo, blu e verde: diventai daltonico. Non ci crederai caro amico, ma oggi scrivo su un blog e ho tanti amici che lo fanno, ognuno ha la sua casa comoda e padre genetico. Cerco di ricostruire la storia della vita di mio padre, vorrei incontrarlo, mio padre, prossima tappa il Cilento. E' tempo di esplorare tutto il Mediterraneo, prima o poi lo troverò, mio padre.

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