sabato 21 aprile 2012

La ScAlata

Dall'antica scalata dell'uomo lettera
Un abbraccio, due o tre parole e quattro ore di sonno; prosegui la serie passa per i sette draghi, è la strada giusta per essere dei nostri. Supera le curve della costa sotto la sfuriata dei chiodi zampillanti, scarta le donne e non farti ammaliare dai loro uteri, son teneri ma annacquati. Mostraci le rughe, se sono fuori per lavoro, lasciati solcare il viso come gli Unni, sarà rapido e indolore. Le lingue sconvolte puoi darle a Babele, lei è in turbolenta attesa all'ultimo piano, se non sali lei scenderà dal tetto in strada con un cuscino in trevirgolasette secondi. Non far caso alla polvere sui mobili, al massimo passaci il dito e digerisci i batteri al tatto; non soffermarti. Io e lei dobbiamo scappare c'è Non Dire Mio che aspetta la Vecchia Romagna, la decrescita e la lentezza. Al ritorno saremo biondi come non lo si è a lungo, irradieremo il tuo cuore, saremo forti e impetuosi, sarai gonfio di affetto. Appagamento o a pagamento questo è il dilemma. La risposta giusta la saprai solo se prosegui la serie. L'ultimo è un incipit per mille romanzi, lì sarai come noi, coi nostri corpi favolosi e accoglienti. Il primo è un abbraccio, quello di tuo padre, quello mai avuto, quello ancora piegato nel cassetto. Se sarai bravo non ci saranno saloni ad accoglierti con adulazioni intellettualistiche, ne poltrone in pelle con cui dondolarti. Ci saranno giovani bambini ad innaffiarti così che sarai uno splendido essere, felice e gaudioso della scalata, sappi però che non saprai rispondere alla domanda: Che cos'è il corpo? 

Nessun commento:

Posta un commento