sabato 3 marzo 2012

Brezza Umana



Volevamo imitare il mare e invece ci separammo. Un flusso di rumori ciclici che si tramutano in soffici carezze per l’orecchio, un’armonia ancestrale, primitiva che cola sui granelli di sabbia assolata. Il riflesso bianco della tavola apparecchiata, un salto da combattimento di qualche indigeno squamoso. Qualche barba e un filo, un amo e un cappello, un giubotto leggero e l’umido che sale per la schiena, come una donna e i brividi che comporta. Un piacere sussurrato dal vento ai custodi, un bacio dalle coste violentate, in quell’odio e amore che è l’eterno. Come è profondo il mare nelle sue correnti algide e bollenti, nel suo tener tutto insieme sebbene diverso, ogni goccia con i suoi modi e le sue richieste, ma questo, non lo sapremo mai. Lo sapremo a proposito degli uomini. Ci separammo quando volevamo imitare il mare.


1 commento:

  1. Una serie di lampi, solo questo mi viene in mente pensando alla tua scrittura. Lampi difficili eppure così profondamente veri, lampi che appaioni criptici ma nascondono il senso supremo della giovinezza e della saggezza mescolate insieme. Questo pezzo mi piace molto, anche se Cenerentola la puttana ha le sue buone carte da giocare!

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