sabato 18 febbraio 2012

Shock osmotico

Calda e affettuosa la notte alita sul collo, sull'inguine e sulle caviglie; la temperatura è quella giusta. Rinchiuso fra queste quattro mura spesse di ricordi e rimorsi provo a respirare; sono quattro mesi che non esco. Come un topo con le vertebre mi infilo fra gli spazi più inconsueti; non mi troverai nelle piazze. Nel nitido presente provo a ricordare, ricordare; provo a ricordare. Il perché sono qui non so, poco o nulla faccio, getto cicche dalla finestra, o meglio dal buco/luce, ostile nemico. Un po' di introspezione: vivo la drammatizzazione dei gesti elementari. Mi affanno ad agire, commisero nell'agio, penso molto; tanti labirinti da percorrere. La mente si affolla di Geni familiari che pongono quesiti elementari:
Che cos'è il vero? Ho chiesto a Pilato, sono in attesa di risposta intanto ti dico:  nulla di che, una tacca sotto il sognato.
Che cos'è il piacere? Un desiderio non un sentimento, un massacro inumano: vivere è per sua natura uno stato violento.
Che cos'è la noia? l'abitudine da interrompere col sogno, con l'oppio e il dolore.
Geni non mi conforta parlare con voi, dove posso trovarvi così da evitarvi? in Islanda o in qualche liquore generoso.

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