mercoledì 8 settembre 2010

Riflessioni esistenziali poco razionali

Si sudava così vicini, infatti ogni giorno ci scansavamo un pò, quel tanto per dire amore e quel pò per non urlare, tu nuda dei tuoi vestiti e io dei miei apparecchiavamo i jeans alla sera per gustare film d'autore sperimentali, costruivamo nubi di fumo in quella 2x3 con croci di legno a far da pavimento e scritte a coprire ogni impudicizia. Empirici oggi continuiamo ad avere una santa dicotomia, le crude stelle divoran quell'olocausto che è la luna, la tua casa e la mia in direzioni opposte e parallele, le nostre vicende teoriche degne della vecchia Europa, degna di parolacce transatlantiche e di voci bastarde del cervello mi davano mille direzioni, indegno e scuro concludevo il tutto con un nulla, anche se fosse morto un uomo ai miei piedi, nulla sarebbe accaduto. Ci ripenso nemmeno tanto scuro, perchè questo pian piano si fa chiaro, direi grigio, nero come non vorresti ma neppure bianco, in fondo l'uomo è masochista per natura. Oggi leggo molti giornali, ritaglio i pezzi di cronaca nera, specie quelli sulle famiglie, amanti e casi di stupro, in fondo l'uomo ama la morte e il sesso, null'altro. Secondo la matematica che una cosa non possa accadere non solo è impossibile ma è sicuro che questa accada. Il paradosso è che sta tutto nella dose di masochismo padrona del cadavere umano e per quanto tempo si resta distratti prima di cadere di nuovo nell'infausto turbinio di sanguemiele. Amo i traumi postumi alle vicende, quelli che piovono dal cielo e vai in crisi senza capire il perchè. Sarà che la fuga dall'immagine non esiste e anche la vita di un piccolo essere non è altro che un simbolo. Calpesterò ogni tradizione, perchè le feste popolari non sono altro che i funerali di queste, nulla è eterno. E' tempo di capirlo. L'abitudine è un verme solitario ti svuota ma non ti ammazza altrimenti muore anche lui, ecco io guaio, ecco l'uomo. 

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