venerdì 9 aprile 2010

All'Ufficio di Collocamento

Ero all'ufficio di collocamento,l'astinenza di alcol volgeva alla gola,il contrassalto urgeva.Cercavo lavoro in quanto licenziato alla fabbrica di sottoaceti vicino Nowille.Sognavo in principio di diventare reporter,per due anni studiai alla Scuola di Giornalismo di Placedeadland ma all'ultima sigaretta mollai i miei studi per una vecchia sessantenne di cui ero invaghito che poi mi lasciò per uno più giovane,addio Nonita,ripresi a fumare dopo il trauma.Un'assistente fa il mio nome e sollecita di attendere senza agitarmi,con il capo lascio intendere di aver capito e lei scompare di incanto.Un uomo al mio fianco è privo di mano ma dell'altra sa cosa farne,una bottiglia di jin,di quelle che compri solo quando trovi i soldi e ne bastano pochi.Lo scruto,la pelle scura mi svia sulla possibile età,credo abbia una sessantina d'anni,il viso è contornato da una folta barba bianca incolta che copre buona parte delle sue emozioni eccetto la costante della sofferenza,mi offre la bottiglia e dice di essere discreto in quanto fra queste mura non è tollerato il bere.Neanche il tempo di avvertirmi che un uomo si accorge di noi e accompagnato dalla sua giacca ci prega di uscire,entrambi come due bimbi rimproverati dalla maestra poco autoritaria ridiamo,la giacca del tizio copre un trucco,mi sopraggiunge uno schiaffo furioso ma privo di forza alla guancia sinistra,lo stendo,trucco svelato,era un coniglio.Io e il negro ci stendiamo in strada,Ak parla della sua vita con lunghe pause.La sua parsimonia nel raccontare frammenti di esistenza mi commuove.La sua mano non è più un mistero per me.L'alba è sorta e le nostre strade si dividono.

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