giovedì 25 marzo 2010

Il latte e le nazionali senza filtro

Rivesto le fronde con nuove foglie liceali,attendo che l'alba sfugga dal mio fegato per fare ritorno a casa,fotografo il classico ramo in perdita dell'autunno e m'assopisco supino fra le grotte di Silicio.L'instabilità ilare e gaudiosa struscia fra organi composti da aldeidi ventricolari,il basso ventre sporge verso le ragazze nel forno,io cuoco ignorante ne rubo una e le strappo la verginità a morsi,la più piccola che aveva una verginità parziale invece l'assumo.Le abbasso la corta gonna a quadri azzurri,sollevo il grembiule d'onore e calo il calzone,lei frigna come una neonata.Glielo struscio così giusto un pò per metterla a proprio agio,la rassicuro promettendole una sigaretta,dice che non  fuma,lo farà.Le smorzo qualche tentativo di ribellione,le ordino di annaffiarmi con pioggia dorata,le calo le calze,piange tutti i colori anche quelli invisibili,sembra una bimba di prima elementare.La svesto della camicetta,lecco i capezzoli piccoli,turgidi e scuri,attendo che lei si renda conto dell'impossibilità di fuga,ora beve il bicchiere di latte posto sul tavolo e si sporca il labbro superiore,mi guarda coi suoi occhi verdi con riflessi violacei,accenna a un sorriso,ora è una quattordicenne,è pronta a provare.Penetro la stretta e corta fessura,lei strilla ma non pare arrendersi,mi sputa in faccia,le schiaffeggio il viso ripetutamente,ora è docile e comincia ad intendere.Leggo il suo volto e capisco che l'assale il piacere,la lingua si muove lenta,è golosa,decido che ora è maggiorenne,è libera di scegliere il suo futuro.Presto-pronto,mi prega con rabbia di non fermarmi,di continuare,io mi fermo e me ne vado.Il giorno dopo era di nuovo al mio locale,con il latte e delle nazionali senza filtro.

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