giovedì 11 marzo 2010

Il movente

Ricevemmo un gallone di vino dalla signora Musaccio, il motivo era difficile intuirlo visto il bidone che le rifilammo mesi addietro, Mastro le vendette un'aspirapolvere senza motore e un porco simile a un topo, non mangiavamo noi potevamo mai nutrire lui? Insomma la ragione del dono le chiedemmo a Raul che in linea con la sua fede nell'umanità incitava a defilare i nostri dubbi machiavellici e di bere e brindare al nome della signora Musaccio.
Scoprimmo che quel bastardo di Carlos regalò il crocifisso d'oro di nostra madre, era ciò che ella stringeva al petto dopo ogni nostra catastrofe, era ciò che la nostra povera nonna le lasciò prima di morire, ad una ragazzina smorfiosa dagli occhi tanto dolci quanto stronzi, la puttansuora, Carmelita de Loyola.
La scoperta fu un trauma per nostra madre, io codardo mi rifugiai nell'angolo del bosco per alcuni minuti, poi tornai col sangue agli occhi, ero deciso a fargliela pagare a quel puttaniere senza palle di Carlos, andai in camera del compagno di nostra madre, sapevo che sotto il letto in uno scrigno vi era la sua rivoltella, era di suo nonno, la custodiva come un reperto sacro. Mi chinai per raccogliere lo scrigno ma l'azione fu vana, qualcuno l'aveva già presa, scesi per strada e mi recai alla piazza in cerca di Mastro, ero certo fosse stato lui, ne ero sicuro, Carlos ancora non era a conoscenza che il suo sudicio segreto fosse stato svelato, Raul non avrebbe mai fatto del male a una mosca. Chiesi in giro se qualcuno avesse visto lui o Mastro, qualcuno mi disse che Carlos era al porto con la bella Carmelita. Corsi con le lacrime gonfie di rabbia sulle spalle, volevo il sangue, le sue viscere dovevano schizzare fino al cimitero dove giacevano i resti di nostra nonna, fino alla cucina dove mia madre preparava la cena per tutti,fino al cielo dove qualcuno senza farsi pregare avrebbe dovuto garantire il perdono senza pentimento.Lungo la strada trovai Mastro ubriaco con il gallone di vino del peccato svuotato e con un ridondante rutto condusse il suo eco fino alle sirene del mare e diceva -Voi donne siete tutte puttane!state alla larga che vi uccido con questa spranga-al momento di dire questa frase afferrò con veemenza il suo pacco triste e raggrinzito dal vino.Gli chiesi se sapeva qualcosa della rivoltella ma non ne sapeva niente,speravo l'avesse lui,corsi al porto con la rabbia un po' scemata forse a quel figlio di manzo di Carlos non l'avrei ucciso forse avrei fatto in modo di farmi restituire il crocifisso come di sicuro avrebbe fatto Raul. Il porto era lì davanti ai miei occhi,il sole calava,le barche stavano adombrandosi, nessuna traccia delle sirene di Mastro, sul molo però mi fu difficile non vedere Carlos il Bastardo giacere in terra in una chiazza di sangue causata da un buco in petto fatale partito da una rivoltella a me familiare, fra le mani di un mio fratello, il più piccolo, colui il quale ha sempre pianto e non ha mai fatto del male neppure a una mosca. Raul!
Mi parve diverso,il suo volto cosparso di piccole macchie di sangue che lo esaltavano, la rivoltella ancora fumante gli tagliava il viso in due,noi tutti quel giorno conoscemmo qual'era il volto di un ragazzino represso che si è mostrato uomo lasciando a Carlos la sua inutile carcassa accanto a quella della puttansuora, la bella Carmelita de Loyola, trafitta nel cuore senza metafora alcuna, trafitta da un ragazzino che ha ucciso il suo fratello maggiore e nel farlo divenne un assassino. Il più famoso. Il mio fratellino.

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