lunedì 8 febbraio 2010

Lapilli insecchiati

La nostra complicità ci immergeva in lapilli insecchiati che ripulivano i panni precari e gli stracci in pensione.Eravamo fluidi di carbonio innescati fra le cinture,la candida volgeva alle caviglie e le conchiglie istrioniche s'accasciavan sulle guance delle puttane.I pavimenti di suoni narravano di cieli zampillanti e sguattere sognadiamanti,le luci dei carboni non davan fiato alcuno alla miseria.Le cantanti di fine corso s'infiltravano fra la cera calda al tocco e le sedie ridotte invocavan giustizia solenne al quarto rintocco della funebre veglia.Le nostre giacche insopportabili sotto il tribunale davano fiamme sulle quali piovere,i centralinisti minimali avvolgevano la voce e iniettavano il messaggio per la Rai.Noi fuori da ciò e copiosi di baci eravamo in treno al mattino,ci attendevano ad Aosta per inaugurare i posacenere della vagina lasciando ai vivi il solo tremito di un'angoscia sulla pelle.

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