domenica 28 giugno 2009

Paperino e il fucile

Mutare, camminare, salutare. Siamo delle micromachines sotto l'albero, pronti a scontrarci per la gioia dei camionisti, scioperiamo con il petrolio fra i denti, il principio inverso della festa ha un amico che si accorcia fra le mani.

La senilità di una cicatrice al neon rende le ossa fragili ed ecumeniche, il mio amico sa che un "buongiorno" o un "arrivederci" è solo una fanatica crepa, che mai farà breccia per instaurare la relazione.

Anche l'uomo si sogna con i fucili e i fori e i fiori pestati da stivali vietnamiti. E’ unione. L'economia fiorisce, le donne si affermano e il patriarca soffoca. Generazione di mutilati, di ebrei sterminati, l'Italia e il senso, una donna foscoliana o semplicemente culla dei testi di Paperino, il paladino dei Sud.

Quanta morfina si vende? L'alcol, la prostituzione, gli stupri, il 10% di figli illegittimi che diventa 20%, i racconti ai bar per quarant'anni dei partigiani, dei militari a riposo.

Io il fucile, anche lui, lui senza gamba, qualcuno canta, noi respiriamo dai fori e tutti girano in tondo con la guerra e il mondo.


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