sabato 12 novembre 2011

Post privato

Vivo, in affanno, mi prolungo per un po' cercando vette da sbiancare. Io non ho mai amato e tu non sei mai stata viva con me. E' tempo di amici e fratelli, di nostalgia e ricordi, di volti andati e perduti, assaporati  per poco e a volte per troppo. Si sostituisce la gente, muta, esplora e cresce. Vancouver grida l'amica dall'auto ridendo, mi racconta del tempo e di come è lento se vuoi. Volontà, volontà una sola parola ripetuta sbatte come i libri in testa eppure non ci si accultura così. Volontà qualcosa da imporre come hai fatto per tutta la vita. Devo volere, così pare familiare, rallento e penso, ha ragione l'amica mia e hanno ragione i giudizi, se non sono corretti poco importa, esistono e un motivo ci sarà. Non mi dite che c'è il bene e il male, sto facendo dei conti, sapete com'è sono ingegnere. Rido forte, lo faccio di rado e di gusto mentre gli altri ridono ancora meno. 
Scrivo il temino:
Voglia di conoscere gli ingranaggi della macchina e non di spingerla al doppio delle sue capacità. Voglia di vivere a lungo, di conoscere la muta del serpente, di assaporare le gocce una per volta. Voglia di treno, per 11 ore e poi altre 11. Voglia di amici, conoscenti e sconosciuti. Voglia di nuovo, non di un posto certo e infinito, non di nipotini e pensione ma di nuovo. Voglia di ripartire, da zero, anzi da tre come disse un'amica carissima, uscita da un fumetto al filosofo. Grazie coincidenze e proseguiamo oltre senza il soffio vitale esterno, ora la matrice è interna. Lo giuro, ovviamente a me stesso.

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