martedì 3 maggio 2011

La notte e la Minerva bagnata

Vorrei prestarmi alla notte muto come lei, nell'assordante silenzio che ti attira, ti rende insonne e ti squaderna l'ispirazione. Con il dovere del mattino sempre più vicino e il delirio notturno dello star sveglio, nel vuoto, nell'atmosfera trasbordante dei lampioni fiochi e delle auto singhiozzanti. Guardare la luna con l'emisfero celebrale esatto, con lo stomaco di ferro e il ghiaccio dei piedi ritmatici fuori al balcone. Vorrei un bicchiere di vino e una pipa, senza saperla fumare, per oziare senza chiudere gli occhi. Ascoltare la pioggia ancora in culla fra le nuvole discendere a gocce lente sui tetti. Sentire un desiderio nuovo come di amore per la propria casa ma solo dopo tanto odio, sentire l'acqua assordante piovere sul tavolo, nelle scarpe e nel proprio letto, sentire che qualcosa non va e non riuscire a dormire. Sapere che l'alba comunque ci sarà col terreno friabile e un passo incerto, col fiato rapido, con la solita sigaretta spenta e la Minerva bagnata.

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