venerdì 11 febbraio 2011

Caro Diario: Tesi d'Aprile

Farò un libro su un pasticciere trotskista. Sarà la mia opera migliore, grazie Nanni, il tuo diario generazionale lo colgo in eredità, tu deluso non dai politici ma dagli uomini che questi erano ed io invece dal nulla, non ho un partito, ho un uomo e null'altro da votare, io ho gli anni zero. Risaltasti i giornalisti incoerenti, qui va risaltato l'uomo decente, quello coerente, è il raro che mostra la regola. Mi deprime vedere gli intellettuali che lavorano con strategiche comunicazioni in favore di un padrone-aziendalista-caporedattore. Io giornalista, io pubblicitario, io politico, sono un'azienda, tutti sotto il mio ordine, tutti con un marchio e nome e cognome. Tutti i partiti, eccetto uno, hanno il nome del candidato sul simbolo, anche se non vi è alcuna elezione imminente. Come può una persona rappresentare e governare un popolo, io voterò una lista dove oltre chi la guida non posso decidere null'altro, concentro i poteri in mano ad una sola persona, vuol dire che voglio una dittatura. Nanni qui nessuno vota più e chi vota è meglio se non lo fa, i sociologi dicono che il voto di fatto non serve a nulla e che il non voto ancora meno. Nanni qui stiamo male c'è bisogno di un musical, e sappi che qui ad Aprile non nascerà nessuno che si chiami Pietro o Mattia, Romano o Nichi. Al massimo qui ad Aprile morirà qualcuno ma non è colui che tu speri.

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