sabato 16 novembre 2013

Il giorno dopo il medioevo

Voleva fare il bibliotecario ma era allergico alla polvere, apriva un locale ma era alcolizzato. Oggi lo scrittore non ha lavorato perché ha vissuto tutto il resto. La politica si è fatta dietro a un bicchiere, intimo fra gli spessi fumi sudamericani. Dal bar non scattavano denunce, se arrivava la polizia era per un posto di blocco. Quante camminate per sfuggire a un controllo. Abbassi la testa sconfitto ma in fondo non ti importa poi molto. Hai la testa libera sgombra, hai sbuffato fra i libri, hai starnutito di carta antica e polvere spessa. Adesso è finissimo fluire. La madre di piazza guarda il figlio e dice Ci sono tre tipi di donne Le puttane, le zoccole e quelle che volano, Hai mai visto una donna volare? Ecco, quelle non esistono; il cerchio si restringe. Ritorni sui tuoi passi, scorri la giornata trascorsa lungo la salita. Quell’affresco non l’avevo mai visto e poi Guarda che Arco. Chissà perché le trame sono poi così diverse. Guarda la reggia di Salerno, c’è ancora una torre, la pietra come la polvere a volte si accumula e rimane li a pendolare finché l'allergia non arriva. Per guardare mitigato il suo colare, il tempo per raccontare lento, per smettere di guardare in pace. La fontana l’ha disegnata VanVitelli, il muschio è l’incuria ponderata. Il bancone l’ha disegnato lui, lo slogan l’ha fatto lui, la chiacchiera col commerciante è fatta. Conosciamo club di genti. Facciamo politica della notte fra dialettali risate e chimere disegnate a forma di partito, di storie incrociate, nomi, cose e la piccola città a portata di cognome che come diceva un vecchio saggio nolano: di giorno è la mia città, di notte la città è mia. Potente e sconosciuto navighi fra i vicoli vociati come messe, fra castagne di vino e amari a luci basse. La serata sta per cominciare. Dopo la poesia, c’è un nuovo viaggio sul taccuino, un libro da esplorare, una bicchiere dà sollievo. Ha inizio qui: il giorno dopo il medioevo.

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