mercoledì 12 settembre 2012

Quando crollarono sembrava un film


Tornando agli occhi blu lucidi del cuore, del pianto greco, dello schiavo magrebino, del mediorientale vittima. La provincia del mondo si culla sulle rive del fiume buio, nella notte stellata, nelle bombe comete lontane per ucciderci ma belle da mirare. La caduta dell'angelo inverso fu uno spettacolo. Quando crollarono sembrava un film, con cineprese amatoriali per una scenografia da Ollivuud. Un diluvio di paura e polvere, di macerie e corpi inermi, ben curati, morti. Ancora un muro nuovo fra le province, fra gli umani, il terrore è ricchezza.  La democrazia è l’illusione della scelta, la schiavitù è libertà, se dovessimo scegliere saremmo imbarazzati, in difficoltà, lasciamoci scegliere illudendo di scegliere. Continuiamo a vedere i parti cesari nelle scatole in cui l’importante è l’offerta. Il nuovo nemico è cattivo, non diverso. La sua cultura è disumana, non diversa. I suoi sovrani sono tiranni, non diversi. Il racconto è funzionale, la narrazione è serva, il tempo è breve ma non se sei scelto, quello  è come l’illusione della scelta, della comprensione, del giusto: è sempre una grande emozione.

Nessun commento:

Posta un commento