sabato 3 settembre 2011

Un paese di merda

Uno sfrattato guarda il cielo cercando un luogo dove piazzarsi, qui in terra non c'è più posto per lui. Erri De Luca al mattino dall'alto del mondo mira due città la prima fu morte per Cristo mentre la seconda fu dimora per santi e puttane. Qui non ci sono prospettive né paesaggi da contemplare, da un lato vi è un morto accasciato che potrebbe essere il Cristo della nostra epoca, dall'altro dei sanpietrini gettati contro le camionette delle guardie. Il monte su cui mi trovo è un cumulo di falsità, di menzogne e futilità, mi regge oggi, domani forse e dopodomani pure, abbandonate i miti della giustizia in terra, sopravvivere si può. Chi chiede di più? chi prospetta per sé un futuro migliore? E' tempo di essere schietti, rapidi e dinamici senza sudare troppo però; è tempo di stritolare gli stracci e succhiare per sciacquarsi la bocca, c'è chi invece preferisce rubare una dentiera e vendersi i denti, chi preferisce vendere il fumo e crescere una famiglia, chi scopa per allattare il figlio. E' un inferno medio, un paradiso al contrario. Lungo il corso vedo camice, camici e camice di forza, nessun papillon se non quello di un mimo, la persona più seria che ho visto oggi, suona anche la chitarra e si traveste da uomo fa vivere sua moglie e il piccolo figlio mulatto. E' una vita a mezzo servizio, sul fondo di un bicchiere a rubare le gocce degli altri, qualcuno ha il bicchiere pieno, è in una scatola intrappolato e con saggezza ripete che per lui è un paese di merda.

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