lunedì 23 marzo 2015

Lettera senza ricevuta di ritorno







Con le scarpe slacciate ed i piedi in fuga
ho rimesso al proprio posto 
i versi mozzafiato e le parole sante 
le culle che avremo e la bettola

Figlia di un tram, gravida e madre 
del vento che ci insegue 
talvolta lo cavalchiamo 
altre scappiamo in direzioni diverse

Io con l’anima insanguinata e la testa spaccata 
tu con il gomito rettangolo e le gambe incrociate 
ai semafori smorti e al campetto di periferia 
accucciati ci sedemmo un giorno sui nostri scudi

Sulle nostre albe illuminate 
con le caviglie massacrate 
nella notte, nella sua energia cosmica 
le mie parole erano fiumi in discesa 
pronte a modificarsi lungo le curve delle tue espressioni

I tuoi tintinnii gironzolavano 
lungo i prati verdi della mia malinconia 
ti ho amata quando ti ho vista tra i piedi di un impiegato delle poste 
e un tossico avvolto in un telo da mare

Con la madre lucida in volto, scavata al petto e lavica al ventre 
ti ho amata prima di disinnescarti 
di manomettere le tue manie 
di far brillare le tue paranoie

Nella dipendenza, nella clausura 
nel monte spaccato, nel mare di oro nero 
tra le balene del lago, tra le belve all’asilo 
ti ho amata in immagini distinte dal reale

In un acquario metropolitano 
tra le barche del sultano con la corda di mio nonno 
ti ho amata ad ogni funerale 
ho lasciato offerte solo per te

Sull’orlo del precipizio, sul ciglio della strada 
sull’ultima goccia dell’amaro in lingua 
tra la trincea delle onde e il mare in fuga 
ti ho amata nella tua immagine e nel tuo volto mai conosciuto.

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