giovedì 3 ottobre 2013

Cronaca di una rissa non scritta



Anche stasera c’è stata una rissa. Ancora una volta. Ancora una volta non è la tua. Per dirla giusta: non è quella che vorresti. Stai lì, in silenzio a chiedere ancora una volta qualcosa, magari un semplice filtro. Rolli il tabacco distratto, pensi, ti domandi. Una volta acceso fai luce, il silenzio artificiale che hai appena costruito nella mente. Le strette boccate di fumo ingialliscono rapido il filtro, pochi tiri e nervoso spegni quanto già mozzicone. La cronaca è questa, oramai sei abituato, allenato. Istinti, impulsi da una parte; la mente da tenere lucida è fondamentale. Ci vuole equilibrio, non te lo ripeti più, è dentro e fuori di te. Pensi ancora un po’ fuori dalla notizia, la perdi per un’istante e cerchi il motivo per cui fumi. Chissà se fumi per vizio o per scaldarti. La lingua, di certo, è sempre calda, pronta a chiedere informazioni biografiche, a raccogliere resoconti dell’accaduto, a edificare narrazioni in pieno dramma meridionale.

Mentre provi a ricostruire la dinamica dei fatti nella mente, col taccuino nervoso che aspetta la fuoriuscita di quanto alla svelta hai appiccicato in mente, arriva una pattuglia della polizia. Qualcuno si chiede perché non sono arrivati i carabinieri, d'altronde, il luogo del fatto è dietro l’angolo rispetto alla caserma. Poi una dietro l’altra lo strillo di “a tutte le unità” porta con sé ben sei pattuglie dei carabinieri.

La prima auto si ferma: uno Striscia Rossa con lo sguardo dal finestrino appena abbassato controlla se in terra c’è la presenza di sangue. Il secondo carabiniere apre lo sportello dell’auto e fa leva con le braccia rigide sul tettuccio per stare su.

L’uomo, uomo di sistema, uomo di mondo, uomo che ne vede di tutti colori, chiede quale colore di pelle avessero i rissosi, di che razza si tratta. Qualcuno gli risponde dei bastardi, qualcuno dei pit bull, qualcuno scherza e dice un carabiniere.

La rissa, non fa notizia, o meglio, non fa notizia per il quartiere, nulla di nuovo, nulla di forte. Nulla a che vedere con la piazzetta. In piazzetta nessuno chiede informazioni sulla razza, lì, la razza è una sola. E comanda.

Non puoi scriverci un pezzo ti ripeti nervoso, sarebbe cronaca, sarebbe noiosa, sarebbe il solito. Non puoi romanzarla e non puoi raccontarla. O forse sì.

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