venerdì 19 agosto 2011

Salerno 1984

Le teste piatte sui muri si leggono ad occhi chiusi, come se un uomo avesse segreti al cospetto della sua amata. Tergiversare i controlli è inutile, videocamere di sicurezza, sensori di movimento, laser traballanti e una piazza larga come il mondo sul mare: Qui Non si può Scappare. C'è un uomo come statua che pedina con lo sguardo ogni individuo, il pensiero di poter essere sottocchio lo blocca, dalle carceri all'ora d'aria, Jeremy il Buono lo sapeva, ti svuotano le tasche con l'unico vizio concesso, qualche grammo di alcolusso. Prima c'era una piazza sviluppatasi negli anni come epicentro sociale, questa aveva mille vicoli, luci soffuse ed era frequentata da tutti, oggi invece viene compressa da militari, bottiglie di ghiaccio cascanti, dagli elicotteri comunali, la protezione civile ci scarica i rifiuti e il deflusso è realizzato. Oggi nella larga piazza fa caldo, ci buttiamo a mare e navighiamo con i topi, ho sempre avuto paura dei topi, alcuni sono morti ma cambia poco. Qualche squadriglia di schiavi ha provato a pulire ma poiché dovevano pagare per lavorare ci hanno rinunciato. Non ci sono fondi, la piazza è costata molto a noi cittadini e molto poco ai privati. Ora la camera 101 mi attende. Non c'è fondo alla Piazza dell'Oppressione.

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