Voleva fare il bibliotecario ma era allergico alla polvere,
apriva un locale ma era alcolizzato. Oggi lo scrittore non ha lavorato perché
ha vissuto tutto il resto. La politica si è fatta dietro a un bicchiere, intimo fra gli spessi fumi sudamericani. Dal bar non scattavano denunce, se arrivava la polizia era
per un posto di blocco. Quante camminate per sfuggire a un controllo. Abbassi
la testa sconfitto ma in fondo non ti importa poi molto. Hai la testa libera
sgombra, hai sbuffato fra i libri, hai starnutito di carta antica e polvere
spessa. Adesso è finissimo fluire. La madre di piazza guarda il figlio e dice Ci sono
tre tipi di donne Le puttane, le zoccole e quelle che volano, Hai mai visto una
donna volare? Ecco, quelle non esistono; il cerchio si restringe. Ritorni sui
tuoi passi, scorri la giornata trascorsa lungo la salita. Quell’affresco non l’avevo
mai visto e poi Guarda che Arco. Chissà perché le trame sono poi così diverse.
Guarda la reggia di Salerno, c’è ancora una torre, la pietra come la polvere a volte si accumula e rimane li a pendolare finché l'allergia non arriva. Per guardare mitigato il suo colare, il tempo per
raccontare lento, per smettere di guardare in pace. La fontana l’ha disegnata VanVitelli, il
muschio è l’incuria ponderata. Il bancone l’ha disegnato lui, lo slogan l’ha
fatto lui, la chiacchiera col commerciante è fatta. Conosciamo club di genti.
Facciamo politica della notte fra dialettali risate e chimere disegnate a forma
di partito, di storie incrociate, nomi, cose e la piccola città a portata di cognome
che come diceva un vecchio saggio nolano: di giorno è la mia città, di notte la
città è mia. Potente e sconosciuto navighi fra i vicoli vociati come messe, fra
castagne di vino e amari a luci basse. La serata sta per cominciare. Dopo la
poesia, c’è un nuovo viaggio sul taccuino, un libro da esplorare, una bicchiere
dà sollievo. Ha inizio qui: il giorno dopo il medioevo.
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