Mormora , la gente, mormora. Ride, la gente, ride. Osservo.
Un colpo di pennello per intingere sulla strada la pozzanghera in cui
affogherò. Un colpo per disegnare la cantina con la mia giovinezza. Un colpo
grigio topo per un cielo stanco. Un tocco di carne per le fossette dei sorrisi
abbandonati. Un boccale per specchiarmi nei versi dell’alcol. Un sentimento
celato fra i deserti della mente. Non vi osservo. Siete un filtro ottico, un
ambiente lungo una strada dritta e infinita. Un luogo di transizione, uno
specchio. E proseguo, senza specchiarmi. Rispecchiandovi.
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