Tornando agli occhi blu lucidi del cuore, del pianto greco,
dello schiavo magrebino, del mediorientale vittima. La provincia del mondo si
culla sulle rive del fiume buio, nella notte stellata, nelle bombe comete
lontane per ucciderci ma belle da mirare. La caduta dell'angelo inverso fu uno spettacolo. Quando crollarono
sembrava un film, con cineprese amatoriali per una scenografia da Ollivuud. Un
diluvio di paura e polvere, di macerie e corpi inermi, ben curati, morti. Ancora
un muro nuovo fra le province, fra gli umani, il terrore è ricchezza. La democrazia è l’illusione della scelta, la
schiavitù è libertà, se dovessimo scegliere saremmo imbarazzati, in difficoltà,
lasciamoci scegliere illudendo di scegliere. Continuiamo a vedere i parti cesari
nelle scatole in cui l’importante è l’offerta. Il nuovo nemico è cattivo, non
diverso. La sua cultura è disumana, non diversa. I suoi sovrani sono tiranni,
non diversi. Il racconto è funzionale, la narrazione è serva, il tempo è breve
ma non se sei scelto, quello è come l’illusione
della scelta, della comprensione, del giusto: è sempre una grande emozione.
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