Lei ancora lì a ridere di gusto come se dinanzi vi fosse un clown di quelli allegri sul palcoscenico vivace di colori e armonie e invece la scena recitava cosi: lei/il tavolo/il posacenere pieno/un marciapiede strafatto e una bottiglia alle ultime gocce.
Alcuni ragazzini nel frattempo sgraffignavano thè, birre e caramelle, ritenendosi furbi e capaci. Il cuore di lei cominciò a singhiozzare, un tempo era ballerina di tango oggi non tentava nulla perché il ritmo cambiasse, non vi era motivo, la musica sembrava accompagnarla verso il collasso fatale, il tutto sfumava nella tragicità dell'opera dolce quale i miei occhi stavano assistendo gonfi di petrolio, sudati e inermi, lei pure sfumava nella grottesca provincia in cui si era trasferita, la caduta dalla sedia apparve prevista e il suo volto come da tempo non accadeva si rasserenò e la risata divenne un sorriso in cerca della zolla di terra sognata, la sua morte assunse aspetti leggendari mentre il suo nome fu Wiskey per barboni.
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